Via l'Aquila, 66/74, 00176 Roma RM

L’Accademia d’Ungheria in Roma rende omaggio da lunedì 13 a venerdì 17 settembre 2021 al cineasta e poeta Imre Gyöngyössy (1930-1994) - considerato tra i più significativi del cinema ungherese – con una retrospettiva dal titolo Speranza del domani. Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
La retrospettiva organizzata dall’Accademia d’Ungheria in Roma in collaborazione con Projekt Film e Nuovo Cinema Aquila, sarà inaugurata lunedì 13 settembre ore 18.00 presso la Sala Magnani del Cinema Nuovo Aquila con la proiezione di Ritratto di un uomo (cortometraggio), Domenica della Palme (film di finzione). cui seguirà alle ore 20.30 Sei nudo (film di finzione).
Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. L’accesso nelle Sale Cinematografiche solo in presenza del Green Pass e/o come meglio esplicitato nelle ultime disposizioni governative.
Per prenotazioni: tel 06.45541398 email info@cinemaaquila.it oppure in loco (via l’Aquila 68)
Questi i titoli in programma:
Lunedì 13 settembre
- ore 18.00: Ritratto d’un uomo/Férfiarckép (1964, 9’). Regia/sceneggiatura: Imre Gyöngyössy, Domenica delle Palme/Virágvasárnap (1968, 81’). Regia/sceneggiatura: Imre Gyöngyössy
- ore 20.30: Sei nudo/Meztelen vagy (1971, 90’) Regia: Imre Gyöngyössy
Martedì 14 settembre
- ore 18.00: I ragazzi trasformati in cervi/Szarvassá vált fiúk (1974, 90’). Regia: Imre Gyöngyössy
- ore 20.30: L’attesa/Várakozók (1975, 91’) Regia: Imre Gyöngyössy
Mercoledì 15 settembre
ore 18.00: Due decisioni/Két elhatározás (1977, 74’). Regia: Imre Gyöngyössy, Barna Kabay
ore 20.30: Frammenti di vita/Töredék az életről (1979, 91’). Regia: Imre Gyöngyössy, Barna Kabay
Giovedì 16 settembre
ore 18.00: Fallo sapere ai tuoi figli/Add tudtul fiaidnak (1985, 60’). Autore/regia: Imre Gyöngyössy, Barna Kabay, Katalin Petényi
ore 20.30: La rivolta di Giobbe/Jób lázadása (1982, 100’). Regia: Imre Gyöngyössy, Barna Kabay
Venerdì 17 settembre
ore 18.00: Esiliati/Száműzöttek (1991, 100’). Regia: Imre Gyöngyössy, Barna Kabay. Incontro con i co-autori dei film di Gyöngyössy: Katalin Petényi e Barna Kabay
ore 20.30: Mito e speranza/Remény és Mítosz (2015, 2x24’). Regia: Katalin Petényi, Barna Kabay
Imre Gyöngyössy nacque a Pécs il 25 febbraio del 1930. Passò l’infanzia a Értény, un paesino sito nella regione Tolna. Conseguì i studi presso il Liceo Benedettino di Pannonhalma. È qui che imparò l’italiano alla perfezione, lesse Dante e Petrarca e scrisse le sue prime poesie. Il patrimonio spirituale e culturale dell’Italia lo accompagnò per tutta la vita.
Nel 1951, come studente universitario presso il Dipartimento d’Italianistica, venne arrestato, accusato di cospirazione e condannato a tre anni di carcere, tramite un processo farsa. Nelle prigioni politiche di stampo stalinista scrisse le proprie poesie “a memoria”, senza carta e matita.
”Fui a un passo dalla forca. Guardai in faccia la morte mia e quella dei miei amici. Lo stato nudo dell'esistenza umana, la totale sottomissione e la vicinanza della vita e della morte impressero in me quell'impegno artistico che tuttora non mi permette di occuparmi solo dei dispiaceri e dei piaceri quotidiani. Imparai cosa vuol dire aver bisogno l'uno dell'altro, l'amicizia, il sacrificio e la forza della fede nel domani.”
Nel 1954 venne scarcerato per gravi motivi di salute. Rientrò a Budapest con falsi documenti e si mise a scrivere drammi e poesie. Nella primavera del 1956 venne ammesso all’Accademia del Teatro e del Cinema, dove si diplomò nel 1961 in sceneggiatura e regia cinematografica. Fu autore di numerose sceneggiature per registi e membro fondatore dello Studio Balázs Béla.
Con il suo primo film d’autore, Domenica delle palme (1968), di ispirazione biblica e dal tono balladistico, raggiunse la fama internazionale. La critica cinematografica internazionale lo definì il Pasolini ungherese. Anni dopo, il 2 novembre 1975, alla morte di Pasolini, Gyöngyössy si trovava proprio a Roma. Disse addio al collega regista con una poesia commovente, scritta in italiano (La mattina dopo che ti hanno assassinato).
Nel suo secondo film, Sei nudo (1972), affrontò per la prima volta le problematiche drammatiche tutt’oggi irrisolte delle minoranze, confrontandosi con la sorte dei rom ungheresi. Dopo i film I figli transformati in cervi (1973) e L’attesa (1975), ricchi di simboli e associazioni visive poetiche, realizzò il film Due decisioni (1977, per la prima volta in co-regia con Barna Kabay), con cui ottenne una serie di premi internazionali. Quest’ultimo documentario rende omaggio alle madri disposte a vivere e sacrificarsi per i propri cari e che malgrado le atrocità della storia riescono a conservare le proprie umanità e serenità.
Nonostante i film di Gyöngyössy fossero stati presentati con grande successo nell’ambito di varie retrospettive d’oltre confine, tra cui a Roma, Parigi, New York e Chicago, in Ungheria egli per via del suo passato in carcere rimase nel mirino dell’ÁVH (Polizia segreta ungherese dal 1945 al 1956) e una schiera di agenti lo sorvegliava e lo ostacolava nel suo lavoro.
Nel 1980, dopo essere stato il primo regista straniero insignito del grado d’oro del Premio Grimme in Germania, accettò l’incarico offertogli dalla ZDF (Televisione tedesca). Dunque realizzò in coproduzione tedesca-ungherese il film La rivolta di Giobbe (1982), in cui due coniugi contadini ebrei, fronteggiando la violenza, sconfiggono la storia con “forza biblica”. Il film riscosse un successo travolgente a livello internazionale e fu nominato anche per l’Oscar nella categoria dei cinque migliori film stranieri.
Insieme ai colleghi Barna Kabay e Katalin Petényi, Gyöngyössy diede vita anche ad uno studio-atelier cinematografico a Starnberg, nei pressi di Monaco di Baviera, il cui intento era la mediazione e il dialogo tra l’Est e l’Occidente. In tale contesto vennero realizzati numerosi lungometraggi e documentari sulla vita, la morte, i valori morali, ispirati al vissuto storico degli stessi autori. I protagonisti di questi film provengono da popoli “minori” che lottano per la propria sopravvivenza, sono esiliati, senza patria, espulsi, testimoni delle tragedie storiche del nostro secolo, dai profughi vietnamiti (Boat People, 1987) ai ragazzi di strada brasiliani (Johnny, il fortunato, 1989), dalle vittime delle guerre fratricide dello Sri Lanka (Circo sulla luna, 1988) alle contadine tedesche del Volga deportate (Esiliati, 1991).
Mentre Imre Gyöngyössy girava i suoi film nei campi profughi di continenti lontani, nei Gulag, nei villaggi transilvani sotto l’era di Ceaucescu, nelle favelas latino-americane o nei mari del Sud della Cina, nelle condizioni più pericolose, le sue poesie non fecero che accumularsi e moltiplicarsi. Le sue Poesie scelte vennero pubblicate solo in italiano, a Roma, nel 1983, a cura di Giacomo Gambetti. Finché egli era in vita non vide alcuna pubblicazione in ungherese delle stesse. Il suo operato venne bruscamente interrotto il 1° maggio del 1994 dalla sua scomparsa.