Omaggio a Sándor Márai

Data: 11 aprile - 13 aprile
Ora: 18:00
Luogo:  Pagina Facebook - Accademia d'Ungheria in Roma
Roma

121 anni fa nacque Sándor Márai (1900-1989), indubbiamente uno dei più grandi scrittori del Novecento, noto e tradotto in tutto il mondo. Noi lo ricordiamo con un documentario realizzato dal regista Gilberto Martinelli, al quale va un ringraziamento speciale per averci messo a disposizione questa sua bellissima opera.

PROIEZIONE FILM :  Sándor Márai e Napoli: il sapore amaro della libertà (2011). Regia di Gilberto Martinelli

Data: 11 aprile 2021, ore 20.00 - 13 aprile 2021, ore 20.00 sulla nostra pagina Facebook

 

 

 

La prima pubblicazione di Márai in Italia risale al 1938 quando Baldini&Castoldi (Milano) pubblica Divorzio a Buda (Válás Budán), tradotto da Filippo Faber, a cui seguirà nel 1941 la pubblicazione sempre dallo stesso editore di "L’amante del sogno" (Vendégjáték Bolzanóban), trad. Filippo Faber. Bisognerà attendere più di cinquant’anni per poterlo rivedere nelle vetrine delle librerie italiane, ovvero fino al 1998, quando l’editore Adelphi riscopre l’autore e ne pubblica Le braci (A gyertyák csonkig égnek), a cura di Marinella D’Alessandro, Milano, 1998, (Biblioteca Adelphi) e successivamente tutte le sue principali opere avvalendosi dell’aiuto di ottimi traduttori tra cui ricordiamo Marinella D’Alessandro, Laura Sgarioto, Krisztina Sándor, Giacomo Bonetti, Antonio Sciacovelli.

"Il transatlantico Constitution lascia Napoli in un pomeriggio di aprile del 1952 diretto a New York. A bordo c'è Sándor Márai, il grande scrittore ungherese che per quattro anni ha visuto nella città partenopea in volontario esilio: una scelta di vita drammatica e dolorosa. Márai era giunto a Napoli nel 1948, poco prima della definitiva trasformazione dell'Ungheria democratica (1945-1948) in uno Stato totalitario comunista in seguito all'occupazione del Paese da parte dei sovietici, che nel 1945 l'avevano liberata dal nazismo. Liberazione, che per definizione dello stesso Márai fece perdere nuovamente la libertà all'Ungheria, e significò per lui la perdita della propria libertà intellettuale e spirituale di scrittore, perdita che egli non volle pagare. Per Márai che non rimetterà mai più piede in Patria, Napoli avrà il sapore amaro della libertà. Pur vivendo nella solitudine angosciosa e minacciosa dell'esule, lo scrittore magiaro durante il suo lungo soggiorno a Napoli scopre il valore dei gesti, dell'aria e del portamento della gente, che anche nella precarietà del dopoguerra trovava comunque speranza e amore per la vita. Costretto a pubblicare i suoi libri autofinanziandosi, Márai vive a Napoli una solitudine attenuata soltanto dalla grande umanità dei napoletani. Napoli rappresenta per lui un raggio di speranza, tanto da fargli sperare l'insperabile per non dover partire per l'America.

Questo film parla di un uomo che nella condizione di esiliato, privato della lingua come strumento di identità e di lavoro, è costretto a vivere in un Paese straniero e in una città, Napoli, che però farà di tutto per fargli dimenticare tale condizione: una città, che Sándor Márai ha immortalato in alcune delle più belle pagine dei suoi Diari e del romanzo "Il sangue di San Gennaro", un vero tributo alla città del Golfo". (Gilberto Martinelli)