Omaggio a Giorgio Pressburger

Data: 21 aprile
Ora: 18:00
Luogo:  Accademia d'Ungheria in Roma - pagina Facebook
Roma

L'Accademia d'Ungheria in Roma  ricorda Pressburger con ”Messaggio per il secolo”, un documentario del 2013 diretto e prodotto da MauroCaputo, trasmesso sulle reti RAI, che ripercorre la vita di Giorgio Pressburger attraverso i principali eventi storici che hanno cambiato la storia e che lo hanno coinvolto in prima persona, condizionando in modo decisivo la sua vita e le sue opere. Eventi come la seconda guerra mondiale, la Shoah, la rivolta ungherese del ’56, la guerra fredda, etc. raccontati dallo stesso Pressburger in una lunga intervista realizzata a Trieste, nei luoghi a lui più cari, il suo studio, il Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dove ha iniziato la sua carriera come regista teatrale e lo Storico Caffè San Marco, dove insieme all'amico Claudio Magris ricordano i tempi passati e la fruttuosa collaborazione culturale. Cinquanta minuti nei quali s’incrociano filmati, fotografie e giornali d’epoca, accompagnati dalle suggestive musiche di Alfredo Lacosegliaz e l'amichevole contributo di Claudio Magris.

Il 21 aprile avrebbe compiuto 84 anni Giorgio Pressburger, scrittore e regista, voce ebraica mitteleuropea, testimone del Secolo Breve.Pressburger nasce a Budapest il 21 aprile del 1937 in una famiglia ebrea di origini slovacche, l'antica Pressburg (oggi Bratislava), dove «tutti erano imparentati», raccontava; le sue «parentele» lontane erano con Marx e Heine, come ha scoperto negli anni. Cresce in un quartiere povero ma centrale di Budapest, quell’ottavo distretto che gli fornirà la colorita materia dei suoi primi libri, scritti insieme all’amato fratello gemello Nicola. Sfuggito allo sterminio nazista, lascia l’Ungheria dopo l’invasione sovietica del 1956, per rifugiarsi prima in un campo profughi nei pressi di Vienna e poi in Italia. Il fratello gemello Nicola va a Parma a studiare Letteratura italiana; lui a Roma, all'Accademia di arte drammatica, dove incontra Andrea Camilleri: all'inizio è stato proprio lui a farlo collaborare con il Terzo programma della Rai. Dopo aver studiato ed essersi occupato di teatro (regista di prosa, radiofonico, di operetta, di opere liriche, e anche di cinema, ricordiamo il Calderon di Pasolini) nel 1975 si trasferisce a Trieste e la narrativa (incluse traduzioni) e quella di pubblicista diventano la sua attività principale, assieme alla direzione del Mittelfest di Cividale del Friuli e più avanti dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest (1998-2002). Al romanzo arriva paradossalmente tardi, nel 1986. «Credo non mi ritenessi all'altezza di inserirmi in nessuna letteratura», spiegava; è leggendo Gimpel l'idiota di Isaac B. Singer che si decide: «Perché non prendere il caso di un pazzo vero? Così ho scritto un racconto, che appartiene al primo libro scritto con mio fratello, Storie dell'ottavo distretto. Casa mia».

Tra le altre sue opere ricordiamo ”La legge degli spazi bianchi” ( Marietti, 1989), ”L'elefante verde” (con Nicola Pressburger, Marietti, 1986, Einaudi, 2002), ”Denti e spie” ( Rizzoli, 1993), ”I due gemelli”(Rizzoli, 1996), ”La neve e la colpa” (Einaudi, 1998), ”L'orologio di Monaco” (Einaudi, 2003), ”Sulla fede” (Einaudi, 2004), ”Nel regno oscuro” (Bompiani, 2008), ”Storia umana e inumana” (Bompiani, 2013), ”Don Ponzio Capodoglio” ( Marsilio, 2017).

”In tutti i libri di Pressburger la forma racconto rimane quella più efficace. È stato infatti un grande affabulatore: amava raccontare instancabilmente storie e aneddoti. Anzi: si può dire che spesso parlasse per piccoli racconti e apologhi. Era questo un modo per risistemare e stemperare un passato che, anche per lui e la sua famiglia, era stato, sin dagli inizi, assai drammatico (durante la guerra i Pressburger si salvarono a stento stando nascosti nei sotterranei della Sinagoga). Spesso concludeva i suoi racconti con la domanda: “Quante pene o prove deve affrontare un uomo perché possa dirsi di lui: ce l’ha fatta?”. Ma poi aggiungeva con un sorrisetto amaro: “Nel Talmud si dice: non guardarti indietro. Quello che hai vissuto devi lasciartelo alle spalle”. (scrive Francesco M. Cataluccio su Doppiozero)

Nel 2013 gli è stato dedicato un film documentario dal titolo ”Messaggio per il secolo”, prodotto e diretto da Mauro Caputo. Nel 2014 da una sua raccolta di racconti è nato il film” L'orologio di Monaco”, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma e nel 2016 da un suo romanzo, il film ”Il profumo del tempo delle favole”, presentato alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia per le Giornate degli Autori-Venice days, entrambi diretti da Mauro Caputo (Vox Produzioni e Istituto Luce Cinecittà) dove Pressburger è anche voce narrante e protagonista. Nel 2019 il film ”La legge degli spazi bianchi ” (diretto da Mauro Caputo, Vox Produzioni e Istituto Luce Cinecittà) che completa la trilogia a lui dedicata è stato selezionato alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia per le Giornate degli Autori.