Karl Stengel. Con cuore puro

Data: 24 settembre 2020 - 19 febbraio 2021
Ora: 18:00
Luogo:  Accademia d'Ungheria in Roma
Palazzo Falconieri - Via Giulia, 1
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Giovedì 24 settembre p.v., alle ore 18.00 presso il Piano Nobile del Palazzo Falconieri (Via Giulia, 1) si terrà l’inaugurazione (su prenotazione obbligatoria) della mostra intitolata “Karl Stengel. Con Cuore puro”, a cura di Elisabeth Vermeer, intesa a presentare al pubblico romano le opere del noto pittore ungherese Karl Stengel (1925-2017).

Karl Stengel nasce in Ungheria nel 1925. Durante la II Guerra mondiale viene rinchiuso in un lager sovietico. In seguito alla liberazione, rientra in Ungheria e si trasferisce a Budapest dove studia pittura e grafica, ma allo stesso tempo s’interessa anche di scenografia ed architettura. Lascia l’Ungheria nel 1956 rifugiandosi a Monaco di Baviera dove visse per la maggior parte della sua vita. Frequenta l’Akademie der Bildenden Künste München (Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera) e successivamente diviene docente di grafica e incisione presso l’Università di Monaco. Nel 1963 compie un viaggio di studio a Roma. Si affitta una piccola stanza, di giorno gira per le strade della “Città Eterna”, mentre di notte disegna. I suoi disegni di tale periodo sono intrisi di umanità, un’espressività commovente, avvolta dall’empatia dell’artista che non esprime giudizi, ma si limita alla mera contemplazione del mondo che lo circonda. Negli anni successivi Stengel partecipa a numerose mostre sia in Germania, sia all’estero: Italia, Francia, Spagna, Polonia, Romania, Stati Uniti d’America, Messico.

Il corpus della mostra consiste in una selezione di quindici dipinti e trenta disegni, incisioni, gouache e una serie di rarissimi libri con le illustrazioni originali dedicate a scrittori e poeti internazionali. Le opere provenienti dall’atelier dell’artista in Toscana e dalla Collezione Stengel di Firenze, sono il riflesso dell’attività di Stengel dagli anni Settanta fino al 2017. Il percorso espositivo, realizzato in modalità “site specific” al Piano Nobile del Palazzo Falconieri, inizia già nell’androne dell’Accademia dove viene proiettato il filmato “Sich Treiben Lassen” realizzato dalla poetessa tedesca Camilla Paul-Stengel, – moglie dell’artista – in cui Karl Stengel racconta se stesso e parla soprattutto di come nascono le sue opere.

Il vernissage prevede inoltre una performance di canti a cappella a cura di Rossana Damianelli (soprano) e Paolo Fabbroni (basso) e una lettura delle poesie di Endre Ady e Attila József da parte di Gianluca Pistilli.

Il progetto curato da Elisabeth Vermeer è realizzato in stretta collaborazione con la direzione dell’Accademia d’Ungheria in Roma sotto il Patrocinio dell’Assessorato alla Crescita culturale del Comune di Roma. Il coordinamento scientifico è a cura di Design of the Universe. Sponsor tecnico: Collezione Stengel, Firenze; Casale del Giglio, Roma. Pubbliche Relazioni: Calliope Bureau

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Karl Stengel (1925/2017) Un Cuore puro.
Accademia d’Ungheria in Roma.
Settembre 2020 / Febbraio 2021
Karl Stengel approda a Roma nella primavera del 1963. Lasciandosi alle
spalle una fuga traumatica a causa dell’invasione dei Russi in Ungheria nel
1956, intraprende il suo primo viaggio in Italia, partendo da Monaco di
Baviera dove frequenta l’Akademie für Bildende Künste. A Roma si
configura un periodo come uno dei momenti più esaltanti per la città
eterna, ricca com'era di stimoli intellettuali e sperimentazioni e grazie ai
quali le persone sono capaci di riappropriarsi di una città in veloce
cambiamento trasformandola in arte.
Stengel abita in una piccola stanza, girando per la città per tutto il giorno e
disegnando la sera. Mentre altri artisti interagiscono con la vita stessa della
popolazione, anticipando con il Pop uno dei temi e degli slogan più
utilizzati nell'arte della seconda metà del decennio con il recupero della
pittura e della figurazione, Stengel non ritrae i luoghi. Gli spazi esterni ed
interni, le componenti urbane, i vicoli, gli angoli delle strade restano
anonimi. È l’umanità che sfila nei suoi disegni, con una espressività
commovente, un’umanità sofferente, avvolta dall’empatia dell’artista che
non esprime mai giudizi, perché il suo unico desiderio vibrante è di
contemplare il mondo in cui ha vissuto, la ricerca della sostanza delle
cose, il senso della vita. Di conseguenza, la sua opera non privilegia il
caso artistico personale, ma si muove con criterio oltre le soglia di spazio e
tempo. Stengel era consapevole che l’individuo valesse solo all’interno di
un disegno globale ed universale. La storia, secondo lui, non è un reperto,
ma è vita che va interpretata dando senso all’arte.
La narrazione della mostra scandisce l’inizio del suo legame con la città
eterna con un disegno firmato “Roma 1963“ che nasce come tanti altri dal
vissuto dell’artista. Da questo intermezzo romano e dalle domande
intrinseche del disegno si snoda un percorso espositivo che spazia tra
dipinti, disegni, tempere, gouache e libri d’artisti, invitando il visitatore a
seguire lungo le decadi che l’artista ha attraversato con la sua consueta
inesauribile creatività fino al 2017.
Stengel ha inseguito l’arte per tutta la vita come ragione della sua
esistenza. La sua grande umanità di artista migrante dal cuore puro*,
maturata prima dalla sofferenza e poi dalle varie contaminazioni culturali
raccolte durante i suoi numerosi spostamenti nel mondo, hanno fatto si
che la sua pittura si sia evoluta verso un incanto cromatico in cui il colore,
come livello di composizione, crea qualcosa di inaspettato. Il suo sguardo,
un atto più morale che pittorico, tramanda una sua verità: esistere è essere
nell’arte. Questa verità si preannuncia nel titolo della mostra preso in
prestito da uno scritto del poeta ungherese Attila József che tormentato dal
dubbio, dal pessimismo e dalla depressione ha posto fine alla sua vita
all’età di trentadue anni: “ La nostra vera anima, come anche i nostri vestiti
della domenica, li dovremmo conservare bene purché restino puliti per la
festa.”
A Roma è affascinato dal Decamerone di Boccaccio. C’è un disegno a
china che illustra la prima novella della terza giornata, la storia di Masetto
di Lamporecchio. Poi è la volta di Pierpaolo Pasolini che diventa soggetto
di un libro che si apre con tante pieghe à la Leporello. Tra gli autori
prediletti dell’artista, compare in primo piano Giuseppe Ungaretti per il
quale aveva realizzato una grande mostra all’Istituto di Cultura Italiana a
Monaco negli Anni Ottanta. Per Ungaretti la “poesia è il mondo,
l’umanità, la propria vita”, come per Stengel l’arte crea la luce, la vita in
noi. Stengel fu stimolato a realizzare una serie di pastelli toccanti anche
per Antonio Tabucchi e la sua pièce “Tristano muore”. Stengel rammenta
che non si tratta di illustrazioni ma di sentimenti con cui, leggendo, ha
accompagnato il protagonista.
Oltre alla letteratura è la musica che si manifesta nei migliori dipinti di
Stengel. Si è fatto frequentemente ispirare dalla musica per pianoforte, in
particolare dai concerti per pianoforte dei grandi compositori russi, ma
anche dai musicisti mitteleuropei e francesi. Una parte della mostra è
quindi dedicata alle opere in cui l’insieme dei segni diventa partitura,
come nel quadro per Igor Stravinskij oppure per il pianista Maurizio Pollini
quando suona Chopin.
Il corpus della mostra consiste in una selezione di quindici dipinti e trenta
disegni, incisioni, gouache e una serie di rarissimi libri con le illustrazioni
originali dedicate a scrittori e poeti internazionali. Le opere provenienti
dall’atelier dell’artista in Toscana e dalla Collezione Stengel di Firenze,
sono il riflesso dell’attività di Stengel dagli Anni Settanta fino al 2017.
Il percorso espositivo, realizzato in modalità site specific al primo piano su
progetto di allestimento della curatrice, inizia già nell’Androne
dell’Accademia dove viene proiettato il video d’arte “Sich Treiben Lassen”
e prosegue lungo l’ampio scalone verso il primo piano e le sale della
musica. Questo filmato, una produzione della poetessa tedesca Camilla
Paul-Stengel, moglie dell’artista, è una introduzione poetica in cui Karl
Stengel racconta se stesso e parla soprattutto di come nascono le sue
opere.
La retrospettiva si completa, per la sua migliore comprensione, con una
lettura trasversale attraverso una serie di eventi collaterali nel corso della
durata della mostra, che raccontano, da volta in volta, un aspetto della
creatività di Stengel, il suo rapporto con gli altri, la poesia, la letteratura, la
musica. La manifestazione offre svariate occasioni di conoscere l’artista,
dal Reading poetico di autori ungheresi al concerto pianistico di Anna
Farkas, dalla performance musicale di Patrizia Battaglia, contralto del
Teatro Carlo Felice di Genova alla musica a cappella del Duo Rossana
Damianelli e Paolo Fabbroni che hanno conosciuto e seguito Karl Stengel
nella sua “Werkstatt” a Loro Ciuffenna.
Il progetto curato da Elisabeth Vermeer è realizzato in stretta
collaborazione con la direzione dell’Accademia d’Ungheria. Il
coordinamento scientifico è a cura di Design of the Universe. Sponsor
tecnico: Collezione Stengel, Firenze. Pubbliche Relazioni: Calliope Bureau
Vita e opera dell’artista
www.karlstengel.com
www.stengelcollection.org