CERCHIO SPACE QUADRATO - Mostra annuale dei borsisti dell'Accademia d'Ungheria in Roma

Data: 27 giugno - 9 agosto
Ora: 18:30
Luogo:  Accademia d'Ungheria in Roma
Roma, Palazzo Falconieri - Via Giulia, 1

Giovedì 27 giugno, alle ore 20.30 si terrà il vernissage di CERCHIO SPAZIO QUADRATO - Mostra annuale dei borsisti dell'Accademia d'Ungheria in Roma, a cura di Dr. Pál Németh. 

Artisti espositori

  • Zsuzsa Csuprik
  • Anna Fabricius
  • János Géczi
  • Borbála Kigyós
  • György Király
  • Rita Süveges
  • Zsuzsanna Sztanó

L'esposizione ad ingresso libero, ed organizzata con il sostegno del Fondo Nazionale Ungherese,  resterà aperta al pubblico fino al 9 agosto 2024. 

"La Borsa di Studio per artisti figurativi dell’Accademia d’Ungheria di Roma è l’eredità di una tradizione presente nella vita della stessa istituzione sin dal 1927, il cui periodo di massimo splendore è stato il movimento d’arte figurativa divenuto noto con il nome “Scuola Romana degli artisti ungheresi” (1928-1948). I borsisti dell’Accademia trascorrono un mese nella città eterna, durante il quale realizzano i progetti di lavoro creativo delineati nella domanda di partecipazione, raccolgono ispirazione e preparano le opere che successivamente verranno presentate al pubblico annualmente in una mostra dedicata, allestita presso la stessa Accademia. Quest’anno la mostra dei borsisti verrà inaugurata in data 27 giugno 2024, con il titolo Cerchio Spazio Quadrato.

Il cerchio ed il quadrato sono elementi architettonici dominanti a Roma. Gli stessi elementi geometrici si intrecciano invisibilmente attraverso le facciate e gli spazi della città, dando forma ad un’unità. 

Borbála Kígyós nelle sue ricerche e nelle sue opere cerca il simbolismo di questo connubio. Allo stesso concetto si ricollega anche il progetto creativo di Zsuzsa Csuprik, la quale si propone di enfatizzare la ritmicità di questa architettura. Lo spazio, l’illusione dello spazio e lo spazio interno appaiono nelle opere di Zsuzsanna Sztanó come spazi di pensieri ed emozioni. Non esiste nessuno spazio rilevante né pensiero rilevante senza alcuna forma di stratificazione. I décollages di János Géczi smontano tali strati, rivelandoli sotto un’unica forma. Anche i montage di Anna Fabricius parlano di strati, offrendo allo spettatore la possibilità di libere associazioni. Rita Süveges, invece, pone al punto d’intersezione tra fragilità e sublimità le figure delle sante cristiane, Santa Cecilia e Santa Vittoria. Il quadrato e il cerchio delimitano lo spazio, lo spazio di Roma, dove ogni secondo accade qualcosa. A fare da contraltare a questo continuo viavai e vibrazione è l’arte di György Király, ispirata a Giorgio Morandi, il quale contrappone al caos il silenzio, un silenzio dedicato a persone e luoghi, il silenzio di Roma." (Dr. Pál Németh, curatore)

 

ZSUZSA CSUPRIK (Szekszárd, 1990), ceramista

“Per me la terra in quanto materia equivale all’origine di ogni cosa creata, tutto origina da essa e ivi ritorna. La carica spirituale delle mie sculture in ceramica è data dalle mie ricerche intese ad esplorare quali siano le forze che guidano il ciclo della vita. Il mio intento è rivelare tramite le mie opere i ritmi biologici della natura nonché la natura delle emozioni umane”.

ANNA DLA FABRICIUS (Budapest, 1980), artista multimediale

“Dopo aver sperimentato l’uso della fotografia e dei video nelle mie opere, negli ultimi anni alcune delle mie serie hanno preso una direzione più sperimentale. Rispetto ad un periodo in cui nelle mie opere era il testo l’unico mezzo espressivo ad estendere la cornice dell’immagine e a dare un significato multistrato a ciò che era visibile, negli ultimi anni l’interpretazione fotografica si è man mano sfumata grazie a gesti più intensi, forme più minimaliste e disegni al tratto. Analogamente alle mie serie realizzate con il solo mezzo espressivo della fotografia, anche nelle mie opere più recenti ciò che mi interessa di più è invitare il pubblico a guardare “oltre” l’opera esposta e partecipare ad una specie di gioco associativo a scelta libera, costruito sugli archetipi e sulle esperienze di ciascuno.”

JÁNOS GÉCZI PhD (Monostorpályi, 1954), poeta, artista figurativo

“Del procedimento artistico décollage, ciò che mi ha sempre attratto è l’effetto dello sdoppiamento con conseguente distruzione, lo strappo degli adesivi e manifesti murali. Al fine di ritrovare del materiale mi sono recato in numerose città europee. A differenza dei miei “predecessori”, non mi hanno colpito i poster che si offrivano semplicemente come materia prima e che si potevano trasformare e distruggere a mio piacimento, bensì quelli che venivano strappati accidentalmente, e tutto ciò che mi restava da fare era individuarli e denominarli. ... Dopotutto l’opera, nella sua forma ideale, esiste solo nel momento della sua stessa visione.”

BORBÁLA KIGYÓS (Pécs, 1972), artista figurativo, designer

“Il cerchio e il quadrato sono simboli periodicamente ricorrenti nel mio lavoro, con una serie di significati in continua evoluzione ed espansione. Il cerchio, ad esempio, è il simbolo della perfezione, dell’inizio e della fine, della periodicità ricorrente. Altrove i cerchi sono occhi, i numerosi occhi che ci circondano e ci osservano. Il significato del cerchio è sempre divino, celeste, spirituale, in contrapposizione al quadrato, che è il simbolo dell’umano, del terreno e del corporeo”.

GYÖRGY KIRÁLY (Szolnok, 1982), pittore

“Negli anni il genere da me più usato è divenuto la natura morta. Blocchi di oggetti usurati ed apparentemente inutili che formano un mondo visivo che conduce al concetto del silenzio. Il linguaggio. Il linguaggio stesso della visualità punta a un’autoformazione, a una trascendenza dell’oggetto attraverso il materiale.”

RITA SÜVEGES (Szolnok, 1986), artista figurativo

“La mia attività artistica si basa prevalentemente sull’organizzazione di eventi performativi intesi alla condivisione delle conoscenze di una comunità, nonché sull’uso di un’ampia gamma di mezzi installativi a base pittorica nel contesto espositivo. Le mie tematiche quali la crisi ecologica e climatica sono un invito a collocare le questioni ambientali in un contesto sociale attraverso il funzionamento fantasioso dell’arte”.

ZSUZSANNA SZTANÓ (Csongrád, 1990), artista figurativo

“Nei miei lavori creativi ritorna sempre la nozione di spazialità, illusione, abbinata a un piccolo mondo meticoloso e separato. Mi occupo di piani collocati nello spazio e di esperienze spaziali, sia in spazi esterni che interni. Credo che i nostri spazi interiori siano luoghi di pensiero e di emozione: intangibili, indefinibili per chi è al di fuori dell’individuo”.