Novità letteraria - I luoghi della morte vivente. Kafka, De Chirico e gli altri di László F. Földényi

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PROPOSTE DI LETTURA - SAGGISTICA
I luoghi della morte vivente. Kafka, De Chirico e gli altri di László F. Földényi (La Vita Felice 2022 - trad. Andrea Rényi pref. Viktória Radics)


🔎Cosa collega la prospettiva geometrica, le utopie architettoniche dal Rinascimento all’Illuminismo, le atmosfere rarefatte della pittura metafisica e i racconti stranianti di Kafka? In questo saggio László F. #Földényi prende le mosse «da #Platone e arriva suppergiù a oggi, perlustra il Rinascimento, l’Illuminismo e le rivoluzioni, e raggiunge il periodo dello stalinismo e del nazismo. [...] Sul modello del sonetto magistrale definisco questo breve saggio di Földényi un “saggio magistrale”, perché è molto denso, pieno di rime, ed è molto ben strutturato. Vi si stabiliscono connessioni tra opere d’arte molto diverse di epoche diverse, tra creazioni di vari tipi e tra valori diversi, pensieri e fatti incontestabili. La mano è guidata da immagini scritte, dipinte e disegnate dell’immobilità, che entrano in movimento. Questo libro ci regala anche una piccola pinacoteca e un breviario, e ci permette di ricapitolare la storia spirituale di 2500 anni. Chissà se potremo tramandare ancora questa tradizione».


🔎LÁSZLÓ F. FÖLDÉNYI
Il critico, traduttore, saggista e teorico László F. Földényi, nato nel 1952 a Debrecen in Ungheria, insegna Estetica e Letteratura comparata all’Università Loránd Eötvös di Budapest. Földényi è tra i più interessanti e prolifici autori ungheresi contemporanei. I suoi libri sono tradotti nelle maggiori lingue europee e nel 2020 il suo Elogio della melanconia ha ricevuto il Premio della Fiera del libro di Lipsia per la comprensione tra i popoli europei. Le sue opere spiccano per l’ampiezza dello sguardo, che spazia dalla letteratura, all’estetica, alla storia dell’arte e dell’architettura e ai fenomeni politici e sociali, con una straordinaria capacità di collegare tra loro concetti di discipline diverse, fondendoli in un approccio originale, innovativo ed estremamente produttivo. Ha dedicato opere a Defoe, a Caspar David Friedrich, a Goya, alla melanconia. Oltre al presente volume, in italiano a oggi è stato tradotto solo il suo saggio del 2008 Dostoevskij legge Hegel in Siberia e scoppia a piangere (Il Melangolo, Genova 2009).