Apprendiamo con grande tristezza la notizia della scomparsa del Prof. János Kelemen

null

Apprendiamo con grande tristezza la notizia della scomparsa del Prof. János Kelemen (1943 - 2024), affettuosamente chiamato Jimmy nella cerchia degli amici e degli studiosi, filosofo e italianista, professore emerito dell’Università ELTE di Budapest, già direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università ELTE di Budapest, del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Szeged e di codesta Accademia (1990-1994).


Membro dell’Accademia Ungherese delle Scienze e vicepresidente del Dipartimento di Filosofia e Storia. Fondatore e Presidente della Società Dantesca Ungherese. Autore di più di venti monografie e oltre cinquecento saggi e articoli nel campo della filosofia del linguaggio, della storia del pensiero italiano, degli studi su Dante e su Lukács, apparsi in Ungheria, in Italia e negli Stati Uniti.


János Kelemen, nel corso della sua prestigiosa carriera scientifica e culturale, è stato insignito di numerosi premi e onorificenze tra cui si ricordano il premio Sabetia Ter (Napoli, 1992), il premio Salvatore Valitutti (per il libro Idealismo e storicismo nell'opera di Benedetto Croce, Salerno, 1995), il premio Ránki (Accademia Ungherese delle Scienze, 1998), il premio Internazionale Benedetto Croce (Messina, 2003), il premio Széchenyi (conferito dal Presidente della Repubblica d’Ungheria per i suoi studi nel campo della filosofia del linguaggio, la filosofia della storia e la storia del pensiero italiano, 2007), il premio internazionale Rosario Rubbettino (Cosenza, 2008), il Premio Accademico (Accademia Ungherese delle Scienze, 2016) e il Premio Galileo Galilei per la Storia del Pensiero Italiano (2018). Nel 2014 il Presidente della Repubblica Italiana lo ha insignito dell’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Commendatore.


Vogliamo esprimere le nostre più sentite condoglianze a Sua moglie, la professoressa Judit Bárdos e a Sua figlia, la professoressa Ágnes Kelemen per la grave perdita.


Photo credits: Rita Merényi