
111 anni fa nasceva Géza Ottlik (1912-1991), scrittore, traduttore ungherese.
Frequenta il ginnasio militare di Kőszeg, poi il liceo a Budapest. Dal 1931 al 1935 studia matematica e fisica all’Università di Budapest. Sin dagli anni ’30 collabora con varie testate tra cui ”Napkelet” (1931), Új Nemzedék, Budapesti Hírlap (rubrica di bridge), successivamente con la ”Nyugat” (pubblica il racconto ”La leggenda Drughen”). Dopo una breve carriera alla Radio ungherese, è segretario del club PEN ungherese dal 1945 al 1957. Dato che gli è impossibile pubblicare le sue opere per motivi politici, si guadagna da vivere traducendo, principalmente dall'inglese (Charles Dickens, George Bernard Shaw, John Osborne, Evelyn Waugh, Ernest Hemingway) e dal tedesco (Thomas Mann, G. Keller, Stefan Zweig). Nel 1957 esce il suo romanzo ” Hajnali háztetők”/Tetti all’alba, nel 1959 ”Iskola a határon”/Scuola sulla frontiera. Nel 1960 soggiorno a Londra con una borsa di studio come traduttore. Nel 1969 esce una sua raccolta di racconti. Ottlik, giocatore professionista e teorico di bridge, è stato anche l’autore di un libro sull'argomento, pubblicato in lingua inglese (Adventures in card play, 1979) insieme a Hugh Kelsey.
Nel 1981 gli viene assegnato il Premio Attila József, nel 1984 il premio Tibor Déry, nel 1985 il premio Kossuth, nel 1988 il premio Ernő Szép, nel 1990 il premio Örkény.
Il suo nome tuttavia è legato a ”Iskola a határon”.
Pubblicazioni in Italia:
”Scuola sulla frontiera” (1992 Edizioni e/o – trad. Bruno Ventavoli),
”Tetti all’alba” (2004, Lit. Sograte – trad. Armando Nuzzo)
”Scuola sulla frontiera' dell'ungherese Géza Ottlik ha le qualità dei grandi romanzi del '900 europeo e come quelli percorre alcune tappe emblematiche: prima lo stupore di fronte a una realtà ingovernabile, poi la volontà di mettere ordine nel caos dell'esperienza, infine la scoperta di possibilità stilistiche, etiche e psicologiche ancora inesplorate. Nella storia del gruppo di ragazzi che perdono innocenza e spensieratezza in un collegio militare, queste tappe vengono raccontate con lucida crudeltà e con quieta consapevolezza. (...) Géza Ottlik (1912-1990), autore di poche opere, rinomato teorico del bridge, ha pubblicato questo romanzo nel 1959 dopo una lunga e difficile gestazione. Il libro è stato così importante per la letteratura ungherese del dopoguerra che lo scrittore Péter Esterhàzy lo ha ricopiato a mano per intero su un foglio da disegno, come omaggio a un maestro spirituale".
Fonte:
http://www.sapere.it/enciclopedia/Ottlik%2C+G%C3%A9za.html