Lassù e quaggiù - mostra d'arte contemporanea

Data: 24 novembre 2022 - 24 febbraio 2023
Ora: 18:00
Luogo:  Roma
Roma, Palazzo Falconieri - Via Giulia, 1

Lassù e quaggiù - mostra d'arte contemporanea, a cura di Miklós Sulyok, membro corrispondente dell'Accademia Ungherese delle Arti.

  • vernissage: giovedì 24 novembre, ore 19.00 Piano Nobile del Palazzo Falconieri 
  • ingresso libero.

La presente mostra è stata organizzata in collaborazione con l'Accademia Ungherese delle Arti e con il sostegno del Fondo Nazionale Culturale. 

Opere di József Baksai, Tamás Kárpáti, Ilona Lovas (1946-2021)

Parallelamente alla mostra di Giorgio Vasari, L’Annunciazione di Szeged, allestita presso la Galleria di Palazzo Falconieri, gli interessati potranno visitare anche la mostra intitolata Lassù e quaggiù sul Piano Nobile dello stesso edificio. Quest’ultima esposizione che comprende le opere di tre artisti ungheresi, farà non solo da cornice all’Annunciazione del noto maestro italiano, bensì offrirà un valido confronto circa la trasformazione dell’iconografia cristiana tradizionale che nel tempo tende a divenire irriconoscibile se non addirittura a scomparire. Nelle opere esposte, gli artisti mostrano la loro sensibilità verso il sacro con dei riferimenti al loro vissuto personale.

L’Annunciazione di József Baksai interpreta in chiave tragica la lieta novella dell’Arcangelo Gabriele e riassume in sé l’ars poetica dell’artista che anziché ricorrere alla descrizione, mira a “suggerire”. L’ala nera collocata quasi al centro del dipinto presagisce la sorte tragica del figlio di Maria, mentre la striscia di luce fioca rischiara il fondo nebbioso e misterioso del quadro. Basterà il solo piede dell’umile donna a farci percepire la sua spontanea soggezione alla volontà divina. L’arte di Baksai, nonostante tenda all’oscuro, non confina mai con la disperazione, e la sua intenzione è quella di accennare più che comunicare in maniera diretta. Le due versioni di Pietra d'angolo sono sorprendenti per il loro misticismo duro e morbido allo stesso tempo e sono un chiaro riferimento al peso delle parole della Sacra Scrittura: «La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata la pietra d'angolo» [R2] (Matteo 21,42-46)

Tamás Kárpáti è un pittore del tremendo, della realtà divina che l’uomo mal sopporta ma che tuttavia desidera. L’arte per Kárpáti è portatrice del messaggio divino. Lo stupore che assale l’uomo di fronte alla parola sacra, alla ferita purpurea di Cristo, all’imprecazione di Giobbe che grida all’Altissimo dalla profondità delle sue sofferenze, viene raffigurato dal pittore in un’atmosfera nebulosa lontana dalla ragione umana. C’è qualcosa di vertiginoso nella pittura di Kárpáti, immersa in un’improbabile atmosfera di ardore spirituale.

Le parole chiave dell’opera di Ilona Lovas sono: sacralità, misericordia, sofferenza, fede, salvezza, penitenza. La sua serie intitolata Innocenti, volta a commemorare i bambini morti delle guerre moderne, è praticamente la rielaborazione dei putti in ceramica invetriata di Andrea della Robbia collocati sulla facciata dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze. Le immagini dei putti in fascia rielaborate con la tecnica digitale e applicate su lastre di vetro sono contorniate da ostie consacrate, mentre le lastre di vetro sono fasciate con budella essiccate di manzo, materiali semplici che simboleggiano i tormenti, il peso e tutti i supplizi della nostra esistenza terrena. Il paradosso delle interiora di animale sublimate come portatrici del corpo di Cristo conferisce a queste opere una commovente suggestione. L’altra serie della Lovas, di cui qui vengono esposti al pubblico solo due pezzi, porta il titolo Stazione, come una stazione della Via Crucis. Le mani esposte col palmo verso lo spettatore, puntellate sempre di ostie consacrate e fasciate ancora con budella di manzo rivelano la vulnerabilità dell’uomo e ci ricordano l’atteggiamento degli oranti cristiani, il gesto dell’apertura e dell’accettazione.

La presente mostra, organizzata in collaborazione con l'Accademia Ungherese delle Arti (MMA), resterà aperta al pubblico fino al 24 febbraio 2023.