Tanti auguri a György Kurtág

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Tanti auguri a György Kurtág, celebre compositore e pianista ungherese, classe 1926 che il 19 febbraio oggi compie gli anni.

Inizia i suoi studi a Temesvár (Timisoara) sotto la guida di Magda Kadosa e Max Eisikovits. Nel 1946 si trasferisce in Ungheria, a Budapest, dove frequenta l’Accademia di musica Ferenc Liszt. Qui conosce sia sua moglie Márta Kinsker, studentessa di pianoforte, sia György Ligeti, con il quale stringe subito una forte amicizia.

All'epoca i suoi insegnanti sono Pál Kadosa (pianoforte), Sándor Veress e Ferenc Farkas (composizione) e Leó Weiner (musica da camera). Nel 1951 si diploma in pianoforte e musica da camera, poi nel 1955 in composizione. In seguito alla Rivoluzione ungherese del 1956, è costretto a rifugiarsi con sua moglie a Parigi, dove studia con Olivier Messiaen e Darius Milhaud. La sua fuga in Francia è dovuta al rifiuto dei rigidi dettami estetici imposti dal governo di János Kádár. Tra il 1960 e il 1968 lavora come maestro accompagnatore presso l'Orchestra Filarmonica Nazionale di Budapest e nel 1967 riceve la cattedra di pianoforte — in seguito, e sino al 1993, insegna anche musica da camera proprio nel prestigioso istituto in cui si era formato. Durante la sua permanenza all'Accademia di musica Ferenc Liszt in qualità di docente annovera, tra gli altri, allievi come András Schiff e Zoltán Kocsis.

Acquisisce, intorno alla metà degli anni settanta, la fama internazionale con Messages of the Late Miss R.V. Troussova per soprano e orchestra da camera. Nel 1993 vince il Premio Herder. Viene invitato dai Berliner Philharmoniker come compositore in sede dal 1993 al 1995, e per lo stesso ruolo anche dall'Orchestra Sinfonica di Vienna (1995) e dall'Ensemble InterContemporain. Viene insignito, tra i vari premi e riconoscimenti ricevuti, dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia nel 1985, del Premio Kossuth, sia nel 1973 sia nel 1996 e del Premio musicale Léonie Sonning nel 2003. Le sue composizioni, pur non in gran numero, sono state eseguite da diverse orchestre di fama internazionale e, al 2018, si contano 48 numeri d'opera.

Il suo stile musicale è decisamente riconducibile a quello di Béla Bartók e alla severa struttura formale di Anton Webern, compositore che egli scopre durante la sua permanenza a Parigi. La cifra del suo lavoro può essere rintracciata nell'uso dell'eco che si dispiega sia all'interno dei brani sia fra un brano e l'altro, in un ampio gioco di rimandi e di allusioni. Fra le composizioni più importanti si possono citare Játékok ("Giochi", 1973), una raccolta di brani per pianoforte a due e/o quattro mani, prodotta dallo stesso autore in diverse trascrizioni e arrangiamenti; "…concertante…", op. 42 per violino, viola e orchestra; Omaggio a Luigi Nono, op.16, dedicata al compositore italiano. La sua ultima opera di rilievo internazionale è "Samuel Beckett: Fin de partie, scènes et monologues, opéra en un acte" — dal dramma di Samuel Beckett — presentata al pubblico, in prima esecuzione mondiale, al Teatro alla Scala il 15 novembre 2018. Il musicologo Enrico Girardi ha accolto la prima opera lirica di Kurtág con queste parole: "Un capolavoro destinato a riscrivere la storia della musica odierna."