Cosa hanno in comune i fiammiferi, le penne a sfera e il cubo di Rubik? Sono tutte invenzioni ungheresi. Scopri di più sul passato, presente e futuro dell'innovazione ungherese con questo film d'animazione realizzato dall’Università del Design Moholy-Nagy di Budapest, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e del Commercio ungherese.
L’Ungheria è ed è stata una terra molto prolifica dal punto di vista dei traguardi scientifici. Milioni di persone nel mondo utilizzano nel quotidiano oggetti che hanno visto la luce nel Paese, spesso senza nemmeno saperne l’esistenza o l’esatta ubicazione. Un esempio davvero comune? La penna biro, il cui nome si deve proprio al giornalista che l’ha “sfornata” nel 1938, László Bíró. La dinamo? Ungherese pure quella, l’ha creata Ányos Jedlik nel 1828, appena diciottenne. Forse ancora più utile la pensata di János Irinyi, che nel 1836 fa accendere il primo fiammifero. Allo scienziato Albert Szent-Györgyi è attribuita invece la scoperta della Vitamina C e vi posso assicurare che vivendo in Ungheria non si resta stupiti nell’apprendere che le pastiglie contro il raffreddore sono nate qui: gli ungheresi coltivano una vera adorazione per le vitamine e non c’è malanno per il quale non ti vengano raccomandate. Anche gli albori dei computer si devono a un ungherese: John Von Neumann, che nel 1950 sfornò l’EDVAC, il primo calcolatore. Edward Teller, scomparso nel 2003, infine, è, suo malgrado, “padre” della bomba a idrogeno, altrimenti detta termonucleare. Non solo, gli ungheresi sono stati il popolo che per primo ha utilizzato, introducendone quindi l’impiego al resto del globo nientemeno che la biancheria intima e i bottoni!