In memoria Ferenc Liszt

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Il 31 luglio del 1886 venne a mancare Ferenc Liszt, noto compositore ungherese dell’Ottocento, colto e cosmopolita, celebre virtuoso del pianoforte.

Liszt nasce nel 1811 a Raiding. Precocemente dotato, tiene i primi concerti come pianista all’età di nove anni, destando l’ammirazione di alcuni aristocratici che finanziano i suoi studi a Vienna, dove ha come maestri Carl Cerny e Antonio Salieri.

Dal 1824 prosegue la formazione a Parigi, città in cui vive per dodici anni, dedicandosi anche a studi di filosofia, letteratura e letture religiose. A Parigi Liszt stringe amicizia con letterati come Heinrich Heine e Victor Hugo, e con musicisti quali Hector Berlioz e Fryderyk Chopin. Intanto la sua notorietà come pianista cresce rapidamente, grazie ai numerosi concerti.

Tra il 1839 e il 1847 Liszt raggiunge l’apice del successo come pianista dal virtuosismo originale e spettacolare: accompagnato da un fanatismo che Heine definisce lisztomania, getta le basi del concertismo pianistico moderno, conquistando in tutta Europa fama e compensi straordinari, paragonabili solo a quelli ottenuti pochi anni prima dal violinista #NiccolòPaganini.

Per il pianoforte Liszt scrive numerose composizioni, spesso di grande difficoltà tecnica. Esse si possono dividere in lavori a carattere didattico, tra cui i Ventiquattro grandi studi (1837) e i Sei studi di esecuzione trascendentale da Paganini (1838 e 1851); musiche da concerto e da salotto, come le 19 Rapsodie ungheresi (1840-85) e le numerose parafrasi, cioè rielaborazioni pianistiche delle più celebri opere liriche; composizioni a programma, create nello spirito dei poemi sinfonici con l’intento di trasmettere attraverso la musica immagini poetiche o naturalistiche, spesso contemplate nel corso degli innumerevoli viaggi. È il caso di Anni di pellegrinaggio, divisa in tre Quaderni di viaggio scritti in più riprese dal 1835 al 1877, dedicati alla Svizzera e all’Italia, e contenenti anche pagine di ispirazione più intima e meno esteriore.

Dal 1848 al 1861 Liszt soggiorna a Weimar, dove stimola e promuove, anche come direttore d’orchestra, un’intensa attività artistica. A questo periodo risalgono dodici dei suoi tredici poemi sinfonici per orchestra, tra cui I preludi (1848 e 1850-54), Tasso (in tre versioni tra il 1849 e il 1854), Prometeo (1850 e 1855), Mazeppa (1851), Amleto (1858).

I poemi sinfonici di Liszt, caratterizzati da grande libertà formale e originalità di linguaggio, affascinano e influenzano molti compositori, come Richard Strauss, César Franck e  Richard Wagner. Di quest’ultimo Liszt ha molta stima e si adopera per diffonderne le musiche.

Dal 1861 al 1869 Liszt risiede a Roma: nel centro del cattolicesimo le sue tendenze mistiche si ridestano, tanto da indurlo a ricevere gli ordini minori di s. Francesco. Gli anni romani sono quasi interamente dedicati a lavori di ispirazione religiosa, tra cui la Messa per l’incoronazione (1866-67) e un Requiem (1867-68) per soli coro e orchestra.

Negli ultimi anni di vita, trascorsi tra Roma, Weimar e Budapest, Liszt compone principalmente brevi brani per pianoforte, caratterizzati da un uso assai ardito dell’armonia e da intensa espressività. Muore a Bayreuth nel 1886 mentre assiste al festival wagneriano.